Diario privato-politico-militare dell'ammiraglio C. di Persano nella campagna navale degli anni 1860 e 1861

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Página 88 - Sarebbe stato meglio che i napoletani compissero, od almeno iniziassero l'opera rigeneratrice; ma poiché non vogliono, o non possono muoversi, si lasci fare a Garibaldi. L'impresa non può rimanere a metà.
Página 104 - Qualunque sarà il mio destino, prospero od avverso, serberò sempre per essi forti ed amorevoli rimembranze. Raccomando loro la concordia, la pace, la santità dei doveri cittadini. Che uno smodato zelo per la mia Corona non diventi face di turbolenze.
Página 110 - Vogliate intanto, Maestà, permettermi una sola preghiera, nell'atto di rimettervi il supremo potere. Io v'imploro: che mettiate sotto la vostra altissima tutela coloro che mi ebbi a collaboratori in questa grande epoca di affrancamento dell'Italia meridionale; e che accogliate nel vostro esercito i miei commilitoni, che hanno ben meritato di voi e della patria.
Página 109 - Sire, diceva egli , quando, toccato il .suolo siciliano, assunsi la dittatura, lo feci nel nome vostro e per voi, nobile principe, nel quale tutte raccolgonsi le speranze della nazione. Adempio dunque ad un voto del mio cuore , sciolgo una promessa da me in vari atti decretata, deponendo in mani vostre il potere, che per tutti i titoli vi appartiene, or che il popolo di queste provincie si è solennemente pronunziato per l' Italia una e pel regno vostro e dei vostri legittimi discendenti.
Página 4 - La forza del mio principato non derivò dalle arti di un'occulta politica, ma dall'aperto influsso delle idee e della pubblica opinione. Così potei mantenere nella parte di popolo italiano riunita sotto il mio scettro il concetto di una egemonia nazionale, onde nascer dovea la concorde armonia delle divise province in una sola Nazione. L'Italia fu fatta capace del mio pensiero, quando vide mandare i miei soldati sui...
Página 3 - ... confortati di libertà, ed uniti al mio Regno. Io voglio dirvi quale pensiero mi guidi , e quale sia in me la coscienza dei doveri che deve adempiere chi dalla Provvidenza fu posto sopra un trono italiano. Io salii al trono dopo una grande sventura nazionale. Mio padre mi diede un alto esempio, rinunziando la corona per salvare la propria dignità, e la libertà dei suoi popoli.
Página 117 - L'ora della pugna mi ritroverà con voi ancora — accanto ai soldati della libertà italiana. Che ritornino alle loro case quelli soltanto chiamati da doveri imperiosi di famiglia, e coloro che, gloriosamente mutilati, hanno meritato la gratitudine della patria. Essi la serviranno...
Página 116 - ... che appartenne agli anelli delle sue catene. All'armi — tutti — tutti : e gli oppressori, i prepotenti sfumeranno come la polvere. Voi, donne, rigettate lontani i codardi; — essi non vi daranno che codardi; — e voi, figlie della terra della bellezza, volete prole prode e generosa!
Página 6 - Europa mi taccia d'imprudenza, giudichi con animo riposato, che cosa sarebbe diventata, che cosa diventerebbe l'Italia il giorno nel quale la monarchia apparisse impotente a soddisfare il bisogno della ricostituzione nazionale! Per le annessioni, il moto nazionale, se non mutò nella sostanza, pigliò forme nuove; accettando dal diritto popolare quelle belle e nobili provincie, io dovea legalmente riconoscere l'applicazione di quel principio, né mi era lecito il mutarla colla norma de' miei affetti...
Página 117 - Castelfidardo, d'Isernia, e con voi ogni uomo di questa terra non servile ! tutti, tutti serrati intorno al glorioso soldato di Palestre daremo l'ultima scossa, l'ultimo colpo alla crollante tirannide! Accogliete, giovani volontari, resto onorato di dieci battaglie , una parola d'addio ! Io ve la mando 'commosso d'affetto dal profondo della mia anima.

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