I Lusiadi: poema

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Carlo Branca, 1862 - 471 páginas
 

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Página 393 - Vasco, le cui felici, ardite antenne Incontro al sol che ne riporta il giorno Spiegar le vele e fér colà ritorno Ov...
Página 171 - Era la notte, e noi fuor di pensieri Stavam veglianti in su la prora, quando Tale una nube appar su noi che d'ombra II ciel sereno e tutto l'aere ingombra. E tanto orrenda era a veder, che tema N'ha ciascuno in suo cuore e si riscuote.
Página 393 - Luigi tant'oltre stende il glorioso volo io ch'i tuoi spalmati legni andar men lunge: ond'a quelli a cui s'alza il nostro polo ed a chi ferma in contra i suoi vestigi per lui del corso tuo la fama aggiunge.
Página xxxvii - ... matura Felice Bellotti era nato nella città nostra il 26 agosto del 1786, e vi morì, il 14 febbraio del 1858, di settanta due anni. Gli fu dedicato un monumento nel portico superiore del Palazzo delle Belle Arti in Brera; e sulla base di esso si legge la seguente iscrizione, dettata da GA Maggi: A FELICE BELLOTTI CHE CITTADINO E LETTERATO SEMPRE INTESE AL PERFETTO DI TUTTE LE BELLE ARTI FU AMATORE STUDIOSO NON CERCÒ NÉ BRAMÒ GLI ONORI LI MERITÒ SEVERAMENTE SDEGNOSO DI OGNI ABBIEZIONE AMICI...
Página 171 - Già cinque giorni eran trascorsi interi Da che quinci partimmo, aque solcando Non navigate ancor d'altri nochieri, E il vento ne spingea prospero e blando. Era la notte, e noi fuor di pensieri Stavam veglianti in su la prora, quando Tale una nube appar su noi che d'ombra II ciel sereno e tutto l'aere ingombra.
Página xxvi - Tant' oltre stende il glorioso volo , Ch' i tuoi spalmati legni andar men lunge. Ond'a quelli , a cui s'alza il nostro polo, Ed a chi ferma incontra i suoi vestigi, Per lui del corso tuo la fama aggiunge . 365.
Página 172 - N'ha ciascuno in suo core , e si riscuote. Negro il mar lunge mugghia, e par che frema Come se scoglio invano urta e percuote. Oh! eccelsa (io sclamo) Potestà suprema! Di che Dio ne minaccia? o quali ignote Meteore ha questo clima, e questo mare, •.Che minor cosa la tempesta pare...
Página 49 - Scorreale in fila d'or la crespa chioma Sul collo, che la neve oscura rende: Tremavano in andar le lattee poma, Con che Amor non veduto a scherzar prende. Certo, si può notar qui una trasfigurazione del motivo camoniano, dominato da un senso di malinconica sensualità, mentre nel Belletti la sensualità si fa più sana e placata: di tempra, si direbbe, ariostesca. Una trasfigurazione della poesia camoniana (o un travisamento...
Página 314 - Detto ciò, per le macchie e per le rive Slanciansi più che cervi appresso a quelle. Tra pianta e pianta sfuggono le dive ; Ma industriose più che a correr snelle, Sorridendo e gridando al tempo stesso Si lasciano que
Página 172 - Che un de' sette portenti era del mondo. Ei parla, e un tuon di voce orrendo e grosso Manda, che sembra uscir dal mar profondo. Al vederlo, all'udirlo, il pel s'arriccia E la cute ad ognun si raccapriccia.

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