I Lusiadi: poemaCarlo Branca, 1862 - 471 páginas |
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alfin Alfonso amor anco avea bella Bellotti brama Calicut Camoens CANTO Canto VIII Canto X Capitan Castiglia Castiglian Catuale cavallier Ceuta ch'ei Chè ciel città d'ogni diletto dinante dolce ebbe ecco fama famosa fiero figlio fiume forte forza Gama gente gran Greci guerra guerrier Havvi indi l'aque l'armata l'onde legni lido lieto LINGUA PORTOGHESE Lisbona lungo Lusiadi Lusitan Lusitano Malabar Maometto Mauritan Mauro Melinde merto Mira Molucche Mombasa mondo monte Mori morte mostra navi naviglio Nettuno nimici Ninfe nobile nome numi nuovo ognor onore opra opre Ourique padre patria periglio petto poema poeta popol Portogallo Portoghesi possente pregio pria primiero prodi publico quà quì quivi regno Samorino Santarèm segg signor sire Sofala Sofocle sovra spirto Stanza suol Tago Taprobana terra Tetide tosto valor Vasco vede veder vedrai veggendo Velloso Venere vento vêr vinto
Passagens mais conhecidas
Página 393 - Vasco, le cui felici, ardite antenne Incontro al sol che ne riporta il giorno Spiegar le vele e fér colà ritorno Ov...
Página 171 - Era la notte, e noi fuor di pensieri Stavam veglianti in su la prora, quando Tale una nube appar su noi che d'ombra II ciel sereno e tutto l'aere ingombra. E tanto orrenda era a veder, che tema N'ha ciascuno in suo cuore e si riscuote.
Página 393 - Luigi tant'oltre stende il glorioso volo io ch'i tuoi spalmati legni andar men lunge: ond'a quelli a cui s'alza il nostro polo ed a chi ferma in contra i suoi vestigi per lui del corso tuo la fama aggiunge.
Página xxxvii - ... matura Felice Bellotti era nato nella città nostra il 26 agosto del 1786, e vi morì, il 14 febbraio del 1858, di settanta due anni. Gli fu dedicato un monumento nel portico superiore del Palazzo delle Belle Arti in Brera; e sulla base di esso si legge la seguente iscrizione, dettata da GA Maggi: A FELICE BELLOTTI CHE CITTADINO E LETTERATO SEMPRE INTESE AL PERFETTO DI TUTTE LE BELLE ARTI FU AMATORE STUDIOSO NON CERCÒ NÉ BRAMÒ GLI ONORI LI MERITÒ SEVERAMENTE SDEGNOSO DI OGNI ABBIEZIONE AMICI...
Página 171 - Già cinque giorni eran trascorsi interi Da che quinci partimmo, aque solcando Non navigate ancor d'altri nochieri, E il vento ne spingea prospero e blando. Era la notte, e noi fuor di pensieri Stavam veglianti in su la prora, quando Tale una nube appar su noi che d'ombra II ciel sereno e tutto l'aere ingombra.
Página xxvi - Tant' oltre stende il glorioso volo , Ch' i tuoi spalmati legni andar men lunge. Ond'a quelli , a cui s'alza il nostro polo, Ed a chi ferma incontra i suoi vestigi, Per lui del corso tuo la fama aggiunge . 365.
Página 172 - N'ha ciascuno in suo core , e si riscuote. Negro il mar lunge mugghia, e par che frema Come se scoglio invano urta e percuote. Oh! eccelsa (io sclamo) Potestà suprema! Di che Dio ne minaccia? o quali ignote Meteore ha questo clima, e questo mare, •.Che minor cosa la tempesta pare...
Página 49 - Scorreale in fila d'or la crespa chioma Sul collo, che la neve oscura rende: Tremavano in andar le lattee poma, Con che Amor non veduto a scherzar prende. Certo, si può notar qui una trasfigurazione del motivo camoniano, dominato da un senso di malinconica sensualità, mentre nel Belletti la sensualità si fa più sana e placata: di tempra, si direbbe, ariostesca. Una trasfigurazione della poesia camoniana (o un travisamento...
Página 314 - Detto ciò, per le macchie e per le rive Slanciansi più che cervi appresso a quelle. Tra pianta e pianta sfuggono le dive ; Ma industriose più che a correr snelle, Sorridendo e gridando al tempo stesso Si lasciano que
Página 172 - Che un de' sette portenti era del mondo. Ei parla, e un tuon di voce orrendo e grosso Manda, che sembra uscir dal mar profondo. Al vederlo, all'udirlo, il pel s'arriccia E la cute ad ognun si raccapriccia.