Orfeo, episodio tradotto dal libro quarto delle geor giche di Virgilio, e pubblicato per le nozze Sabbadini e Braida. Udine fratelli Mattiuzzi. MDCCCXXIV. Il traduttore è il ch. prof. Quirico Viviani, che le indirizza all'egregio monsig. canonico Pietro Braida. Egli il Viviani ha già tradotti altri brani dalle georgiche colla mira di condur a fine a grado a grado la versione di quel poema ed ora a celebrar l'accennate nozze ha scelto quelI'episodio, come uno de' tratti più teneri e più affettuosi di cui possa vantarsi la poesia antica e moderna. Facciam voti perchè a termine conduca quel suo lavoro, che maggior gloria al suo nome accrescerà. 9 Saggio storico sull'età di Leucadia sotto il dominio de' Romani, e successivi canquistatori, compilato dal dott. Demetrio Petrizzopulo Leucadio, socio ec. ec., Venezia tip. d'Alvisopoli, MDCCCXXIV. in 8. In quattro parti divide l'aut. il suo lavoro. I. Età de' Leucadi sotto i romani. II. Stabilimenti de' regni cristiani, e loro relazioni CO' Leucadi. III. Successivi avvenimenti di Leucadia dopo la deca denza dell'impero d'Oriente. IV. Principi che successivamente occuparono Leucadia, L'aut. tratta il suo argomento con molta erudizione fino criterio. Già si sa che la Leucadia si chiama oggi isola di s. Maura, TH TREVISO 1824. Andreola Tipografo Ed, N.ro XLV. Marzo 1825. CENNI SUL Rapporto PRESENTATO AL C, R. ISTITUTO DI SCIENZE, LETTERE, ED ARTI IN MILANO DAI CHIARISSIMI SIGNORI PROFESSORI CARMINATI, E PALETTA INCARICATI DELL' ESAME DI UNA China bicolorata; COMUNICATI AL SIG. DOTTOR OMODEI EDITORE DEGLI Annali universali di Medicina. I C. R. Istituto di Scienze, Lettere, ed Arti residente in Milano avendo con somma cortesia accolta la mia istanza di prendere in esame quella corteccia, che nell'incertezza della sua origine e verace denominazione designai ne' pubblicati risultamenti (1) col nome d'una China bicolorata, ebbe la compiacenza di farmi pervenire ne' passati giorni il Rapporto, che gli diressero nell'argomento i dottissimi e chiarissimi miei Maestri e Colleghi sigg. prof, CARMINATI e PALETTA, quale viene ad essere stampato ne' pregiati di lei Annali universali di Medicina. Un Rapporto, che ha in fronte nomi a me sì cari, e di tanta celebrità, ed esteso da uno de' più consumati Professori di Materia medica doveva senza dubbio conciliarsi la mia considerazione. Così (1) Risultamenti ottenuti nella Clinica medica della I. R. Università di Padova dall'amministrazione di una CHINA BICOLORATA per la cura delle febbri accessionali anco d'indole perniciosa. Padova. Tipogr. della Minerva, M. DCCC. XXIV. fu di fatto! Ho dovuto però scorgere, che quel Rapporto è ben lontano dal soddisfare allo scopo cui mi era prefisso nell' esternate ricerche. Mi credo quindi in dovere d'invocare la sospensione d' ogni pubblico giudizio intorno alla corteccia in questione, per quanto essere possa severamente condannata dall'illustre Maestro e Collega mio sig. professore CARMINATI, finchè io pure non offra al Pubblico in un colla piena confutazione del Rapporto medesimo, quello che ulteriormente merita d'essere in proposito conosciuto, e che forse ci potrebbe condurre a rettificare qualche opinione in corso sul conto del commercio e dell'uso delle chine. L'analisi chimica del valente e rinomato P. FERRARI, di cui si fa parola in detto Rapporto, è un lavoro, che merita somma lode, perché intrapreso con molta regolarità, ed a seconda de' principj dell' arte. Ma l'analisi di tale corteccia quivi pure di molto incamminata ha di già dimostrato, che alcune reazioni non corrispondono alle ottenute dal P. FERRARI, ed appalesandosi queste costanti dovranno necessariamente recare qualche modificazione all' analisi di questo rispettabilissimo Farmacista. Quanto ha pubblicato il sig. RAVIZZA nel Giornale di Farmacia-Chimica del chiariss. sig. CATTANEO non essendo che una conferma delle asserzioni del P. FERRARI, esser deve risguardato sotto allo stesso punto di vista. In quanto agli effetti medicamentosi, questa corteccia prosiegue ad esternarne de' soddisfacenti fra noi, e altrove, ogni volta che viene adoperata giusta le leggi delle terapeutiche indicazioni, e riesce inefficace, se da queste non è richiesta. Non mai però, anche in dose maggiore della consueta, ha prodotto nè il vomito, nè i dolori di stomaco e d'intestini, come si pretende nel Rapporto, che costantemente produca. Circa poi alla denominazione data nel Rapporto a questa corteccia, bisogna confessare il vero, che un tal punto rimane ora più che mai degno di maturi riflessi. Abbiamo in mano tanti appoggi per non ravvisarla ne China Pitaya, nè China nuova della Gazzetta di Milano, nè Bomplandia trifoliata: almeno così la pensano varj distinti coltivatori delle scienze naturali, e della Botanica in particolare, che a suo tempo saranno nominati. Questi pochi cenni bastino per ora ad appalesare la somma delle eccezioni, di cui non va scevro il Rapporto dell' ottimo mio Maestro e Collega. Queste saranno per esteso comunicate al C. R. Istituto nella Memoria, che verrà resa di pubblico diritto, tosto che sarà compiuta l'intrapresa analisi chimica della china. In allora solo si potrà pronunziare qualche cosa di positivo intorno ad una tale corteccia, e col candore proprio a chi ha di mira la sola verità. Padova li 20 marzo 1825. L'I. R. Consigliere di Governo è V. L. BRERA Professore P. Ordinario di Terapia Speciale, e di Clinica medica pei Medici, e Supplente alle Cattedre vacanti di Patologia e di Materia medica nelI. R. Università: ALLA DIREZIONE DELLA BIBLIOTECA ITALIANA IN MILANO. * Nel volume XIV. della Biblioteca Italiana ha potuto aver luogo una mia lettera, che mi liberava dalle accuse delle quali, son già cinque anni, era stato dato carico al mio Saggio di critica sul Paradiso perduto. Spero un tratto di giustizia eguale, ora che il mio Ragionamento sulla piena e giusta intelligenza della divina Commedia ebbe la sventura di cadere in mano di tale, che non volle dar conto di quello che in esso Ragionamento è scritto per poter dire invece liberamente quello che il suo animo gli suggeriva. E dico il suo animo, perchè l'arte critica vuole che sia dato conto con verità e posatezza sì del bene, che del male di ogni opera, ed in vece l' anonimo non solo non ebbe penna che per detrarre; ma oppose quelle cose medesime, che nel Ragionamento stesso sono a bella posta notate e combattute. Ma perciocchè nel suo qualunque proponimento egli adoperò contro tutte le regole di quest' arte, che mostra non voler conoscere; proverà che lo ha fatto indarno, ed a suo suo scapito; rispondendo alle osservazioni di lui con solo toccare quei luoghi del censurato Ragionamento, dove sono già prevedute, e quindi tolte di mezzo. Vedo ben io che non altro destino poteva attendere la mia opera, dappoichè fin dall'anno passato, le forme dell' insulto personale avevano, non so come, trovato luogo in odio mio nelle pagine della Biblioteca Italiana (v. Bib. Ita,, vol. 29. pag. 329.) Spero tuttavolta, lo ripeto, |