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Sua I. R. portossi collassù nel 1823 ad osservare i lavori di quella famosa strada per la Germania.

SONETTO DELL' ABATE ANGELO DALMISTRO
SCRITTO A NOME DELL'AMICO OBBLATORE.

O dell' Austriaco ceppo alta Propago,
Dolce presidio e onor del nostro Regno,
RAINIER, del quinto Carlo ecco l'imago,
Ch'io umil vassallo alle tue man consegno
E tu, che sei d'ogni bell' arte vago,
D'un cor devoto accogli il picciol pegno:
Oltra modo n'andrò contento e pago,
Se di të questo non parratti indegno.
PRENCE, mel so; tropp' oso in offerirti
L'effigiato del tuo sangue Eroe,
Da cui redasti i generosi spirti,
Ma tua bontade, che ogni metro eccede,
Nota alle spiagge esperie ed alle artoe,
Guarderà, più che al dono, alla mia fede.

NOTIZIE TIPOGRAFICHE.

Storia della Grecia di Guglielmo Mitford. Traduzione dall' Inglese di A. F. Falconetti.

Di quest'opera, fu altamente sentito e parlato, appena compiuta, e in Inghilterra ed in Francia, e molte furon le lodi tributate all'autore, di recente da morte rapito. La traduzione diligentemente fatta dalla valorosa e conosciuta penna del sig. Falconetti accrescerà all' Italia la doviziosa suppellettile delle utili sue cognizioni; e il pubblico favore sorriderà alla non tenue impresa. I volumi saranno XII. di 24 a 26 fogli in 8. in carta sopraffina, in caratteri nuovi ed eleganti; e scrupolosa sarà la correzione. Il primo tomo uscirà nel venturo marzo; gli altri lo seguiranno coll' intervallo di 40 giorni. Prezzo cent. 20 italiani al foglio, oltre 30 per legatura, ec. L'associazione resta aperta a tutto gennajo, in Venezia all' Apollo, nell'altre città d'Italia e fuori presso i principali librai.

Giornale teatrale, ec. Fascicolo CXVII, ec.
L'arrivo inaspettato, commedia in 5 atti in prosa

di

Pietro del Torre di Cividale del Friuli. Gli amici del giorno, commedia in un atto.

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La prima è preceduta dalla dedica che ne fa l'aut. al suo amico il sig. Coceani cancelliere della pretura in Cividale e susseguitata dalle osservazioni del ch. sig. Malipiero, il quale è autore anche delle osservazioni sulla seconda, di cui non è accennato l'autore. Chiudono il volumetto alcune Riflessioni del sullodato Malipiero sulla risposta data dal sig. Lorenzo Barichella alle osservazioni da lui fatte alla tragedia di Maria Stuarda.

Fascicolo CXVIII. I due Pietri Calafati, commedia in 3 atti di Melesville, Boirie, e Merle, liberamente adattata alla scena italiana da F. M. Un nuovo aneddoto commedia in un atto di veneta penna.

Ad ambedue stan dietro le osservazioni del ch. T. Malipiero.

Dizionario sacro liturgico che comprende le rubriche del breviario, messale e rituale romano, non che alcuni altri vocaboli che appartengono ai sacri riti con annotazioni e decreti del rever. don Giovanni Diclich. Seconda edizione, vol. I. In Venezia 1824. Dalla tip. di Vincenzo Rizzi.

Annunziamo subito questa seconda edizione, dietro il cenno fattone alla facc. 295. dell' antecedente quaderno. La confronteremo colla prima. Intanto possiamo accertare i nostri lettori di molti miglioramenti, correzioni ed aggiunte, e tra quest'ultime abbiamo veduto una lettera apologetica sopra la benedizione dell'acqua nella vigilia dell' Epifania scritta all' autore dal dotto don Giambatista Rainis parroco di s. Pietro di Lisonzo territorio di Monfalcone, e la risposta vittoriosa dell' erudito e laborioso Diclich.

- Opuscoli pubblicati in occasione dell' ingresso del ch. prof. ab. Giuseppe Lazzari alla chiesa parrocchiale di s. Luca a Venezia.

Osservazioni sull' eloquenza del cuore. N'è autore il rinomato sacro oratore ab. Vincenzo Scarpa. Padova, tip. Crescini 1824.

Lettera d'un vecchio sacerdote veneto ad un sacerdote giovane, nella quale si spiegano le parole scritte c. 28. v. 3o. dell' Esodo, ec. Venezia, 1824. tip. Molinari.

Delle lodi di s. Pietro d' Alcantara. Orazione del padre Milesi dell'ordine de' Minimi. Venezia, 1824. tip. Molinari.

N.ro XLIV.

- Febbrajo 1825.

Sopra il primo articolo del preteso seguace VENTEBRANZIANO stampato nel giornale scientificoletterario di Treviso (vedi num. 42 mese di dicembre 1824 pag. 254) in difesa, ed in Lode del DISCORSO CRITICO-APOLOGETICO DI LICINIO VENTEBRANZ che già venne aggredito, ma non censurato (vedi num. 40 mese di ottobre 1824 pag. 170)

DICHIARAZIONE DI UN VERO VENTEBRANZIANO

AMICO DEL VERO.

Ladulazione, quel terribile stromento dei ne

mici del vero; quell' inonesta risorsa di uomin da nulla; quella speranza di gente famelica, e ignobile, l'adulazione è quella detestabil arma del ridicolo, di cui si avvalgono gli invidiosi. Può ben essa molcere il materiale, e semplice orecchio di vani, e vuoti fanciulli; ma non può non offender persone di merito conosciuto. Tanto zelo di difendere da babbuinaggini uno scrittore, il quale avvertito dalla sapienza: Responde stulto juxta stultitiam suam: assai meglio che rispondendo, si avvisò di conservare la sua dignità col non degradarsi neppure a leggere l'articolo fatto imprimere più ad aggressione, che a carico del suo discorso critico-apologetico ec. parve certamente a taluno un zelo assai spinto, prepostero, ed affetVol. VIII.

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tato; forse ancora al decoro dell' aut. nocevole ; e Dio poi non voglia anche insidioso, ed ironico. Imperciocchè stolta cosa è pretendere, che anche i meno esperti astener si dovessero (come il preteso Ventebran ziano si esprime) dal far giudizio sulle meditate fatiche di quest' uomo rispettabile, e mirassero all'opera sua, come d gli antichi boschi consagrati de' Pagani, ne' quali era proibito ai profani il por piede, non che l'oprarvi la scure. Quest' espressione, la quale, quante volte o non andasse sospetta di un' aria ironica (lo che però tornerebbe a detestazione di quel maligno, che fatta l'avesse senza pur esservi provocato) o non avesse almeno del romanzesco per il poetico cervello di chi avessela coniata chiamerebbe al certo sulle gote Ventebranziane il rossore di un'offesa modestia, quest' espressione, diciamo, avrebbe potuto aver luogo nel solo caso, che della scempiaggine azzardata nel num. 40 si fossero o l'autore o l'accusato estimatore suo V. A. pubblicamente scossi, o doluti. Ma l'ultimo di questi ben lontano da ciò, rilevammo all' opposto dalla sua lettera unica, la quale si lesse alla pag. 258. del num. 42., che non si da per inteso, se non di critiche, e ragionate censure, quali finor mai non s'ebbero sull' ennunziata operetta. E a dir vero, chi può ignorar mai, che su di un' opera resa di ragion pubblica gode la libertà di for mare vero, o falso giudizio ch'e' siasi, qualsivoglia individuo anche il più ignorante della materia trattatavi? sebbene quand' io dissi formar giudizio, non intesi di dire scagliare personali insulti i quali riserbansi a gente di guasto costume. Or ciò toltone mercè la tranquillità di ambedue, la pretesa del sig. seguace Ventebranziano non avrebbe

certo tutto il buon senso, od almeno tutta la ingenuità per non esser da noi giudicata fuor di proposito. Ed altrettanto pure si dica della iperbolica, e male applicata ricordanza di Erostrato incendiatore del Tempio Efesino; e di quell' altro, cui corse nell'animo il precipitare un Carlo quinto' dall' eminenti gallerie del Vaticano: ricordanza, e paragone forse addotto più per pompa di erudizione, od abbondanza di cuore, che per convenienza d'idee, e per proprietà, e decenza di picchio. Certi scrittori da lunga stagione gridati, simili a roveri annose che sull' Alpine pendici quanto più sono da impetuosi venti battute tanto più dentro al suolo le radici loro profondano con maggior forza, più splendore n' acquistan coll' essere dall' altrui gratuito livore colpiti che dall' altrui difesa protetti, dalle rimostranze altrui sostenuti dalle altrui lodi innalzati. E' per loro inutile qualunque elogio di parole, e di scritti, dacchè i fatti come nel caso nostro, coll'ansietà di leggerne a caro prezzo un opuscolo contenente massime le più severe in morale, e tesi le più astruse, speculative, e recondite in metafisica, ne formano uno, che maggiore stimiamo di tutti gli altri: uno, che vale del pari per cento rimproveri contro il temerario aggressore.

Fu misura di dignitoso decoro dell' Oltremontano filosofo quella di non fare in faccia ad un pubblico la ricevuta di un vilissimo insulto fatto ad

un' opera, che sebbene non superiore a qualunque eccezion da per tutto, pur venne tutto, pur venne con somma soddisfazione anche oltremonte, e oltre mare abbracciata insulto, così nudo di ragione, così digiuno di prove, così lontano dal buon senso, così d'ogni probabilità destituto, che al medesimo tor

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