DELLA PARTICOLARE AFFEZIONE CHE LA SPECIE DEI CANÍ VERSO DELL' UOMO CONSERVA. RAGIONAMENTO STORICO DI GIÓ. BETTIN ROSELLI VICENTINO. SECONDA EDIZIONE CORRETTA ED AUMENTATA - Venezia, tip. Picotti 1824 in 8. Vantaggiosamente è già da qualche tempo conosciuto il sig. Roselli di Vicenza per le sue applaudite tragedie, per i suoi poetici sermoni, e per altri lavori, che di tratte in tratto produsse alla luce. Ora si fa conoscere eruditis→ simo scrittore con questo ragionamento, che fu d'uopo ristampare, spariti in pochissimo tempo gli esemplari della prima edizione. Moltissimi fatti ei raccolse dalla storia antica e moderna che mostrano luminosamente il suo assunto. Gratissimi senza dubbio devono essergli i cani, che per lui furon forse tolti all' odio d'alcuni, e scappati dalla persecuzione d' altri, e grazie rendergliene, come fanno per bocca di graziosissimo poeta (il co. Lorenzo Tornieri) col sonetto posto in calce al ragionamento (1). Noi pure abbiam provato gli effetti della mostrata affezione, e vorremmo, a compir l'opera, che il sig. Roselli si occupasse, ove altri più serj lavori non gliel vietassero a dettar un altro ragionamento per far conoscere l'affezione che ha l'uomo per la spezie de' cani; e lo confortiamo a farlo, chè di fatti molti e luminosi, antichi e modern non può aver diffalta. (F) O BETTIN, protétior della ragione, Dopo un lungo penar ci ha liberati; ALLA S. C. APOSTOLICA MAESTA' DI FRANCESCO I. IMPE RATORE E RE CHE ONORA DI SUA AUGUSTA PRESENZA IL REGNO LOMBARDO-VENETO. STANZE CHE OSSEQUIOS AMENTE CONSACRA IL DEVOTISSIMO SEMINARIO VESCOVILE DI UDINE-Udine, pei fratelli Mattiuzzi 1825 tip. Pecile.. La faustissima venuta in Italia dell' Augusto Sovrano è un avvenimento ben atto a destar al canto le Muse da esso protette e confortate; e le prime a salutarlo e a recargli omaggio furono le udinesi. L'autore di queste stanze magnificamente stampate, e che sappiamo essere il valotoso sig. canonico Perùzzi, fà mostra d'una vivace e no bile fantasia j e d'uno stile maestoso e forbito; e queste poche, ma belle, ottave confermano l'alta opinione ch' ei meritamente gode in Italia d'imaginoso poeta e di franco scrittore. SULLA STORIA DELLA LETTERATURA GRECA PROFANA RES CATA IN ITALIANO DAL DOTT. EMILIO TIPALDO CEFALENO - Venezia, tip. Alvisopoli 1825 in 8. Mentre da noi il pensier si volgeva al bel lavoro del ch. dott. Tipaldo per dar contezza del volume da ultimo uscito, e far conoscere l'assiduo studio e l'attente cure ch'ei vi pone, ci giunge quest' elaborato discorso, che sopperisce abbondantemente alla nostra intenzione. Con belle parole fa il sig. G. Fracasso risplendere il merito é dell'autore e del traduttore, e per bel modo e dell' uno e dell' altro mette in vista i molti pregi di cui va ricca quest'opera; e della versione parlando dice che dee riescire tanto più gradita agli amatori e zelatori della greca letteratura, in quanto che opportunamente accon→ ciata di eruditissime annotazioni, che, poste essendovi senza fasto e senza pompa, valgono niente meno, correggere alcuna volta, e fiancheggiare, rabbellire e rischiarare l'originale, ec. E parlando dello stile usato dal Tipaldo, soggiunge, ch'è al tutto lucido, armonioso e gentile, non che pieno di quella chiarezza si calda→ mente raccomandata dal gran autore Quintiliano. E conchiude: Per le quali cose, ogni uomo assennato ed ogni cultore de' classici studi incoraggerà il sig. Tipaldo a così fatti imprendimenti, utili e dilettevoli alla studiosa gioventù, che certo ne conseguirà solida e brillantissima fama, e non potrà no mai temere menomamente i- la a trati e le aspre e disdegnose parole di quelli, valendoci degli accenti del gravissimo Perticari, che non possono mai imparare ad esser uomini ed amano l'esser pecore: di quelli che si fanno simulacri di vocaboli vani" al modo de' matti idolatri; di quelli che non vogliono favellare pensando come filosofi, ma imitando siccome piche: e di quelli che giacendo in un vil timore credono di non poter esser nulla, se non quanto sia lor dato il sembrare l'ombre de' loro morti. SAGGIO DI CONGETTURE SULLA GRANDE ISCRIZIONE ETRUSCĄ SCOPERTA NELL' ANNO CICI E RIPOSTA NEL GABINETTO DE' MONUMENTI ANTICHI DELLA UNIVERSITA' DE PERUGIA, SEMPLICEMENTE PROPOSTO DA GIAMBATISTA VERMIGLIOLI SOCIO DELL'ACCADEMIA ARCHEOLOGICA DI ROMA, DELLA ERCOLANENSE, ecc. - Perugia, Tipografia Baduel, 1824. in 4. Nel N. XXV. ( luglio 1823) di questo giornale abbiamo annunziato la scoperta di questo importantissimo monumento etrusco, Ora ci gode l'animo di annunziare che l'infaticabile prof. Vermiglioli, uno de' più dotti archeologi che ci siano oggi in Italia, ne ha pubblicato la spie, gazione, ch'egli modestamente espone a modo di conget, ture, le quali però spesso si mutano in solenni dimostrazioni, tanta è la critica, la erudizione, l'ingegno, che 'A. manifesta in questo suo lavoro, Noi non seguiremo passo per passo il dotto scrittore, e perchè ciò ne porterebbe troppo in lungo, e perchè trattasi di libro che non pertiene a queste provincie. Tuttavia ne abbiamo voluto far questo cenno perchè si sappia che quantunque sia debito del nostro instituto il restringerci a parlare singolarmente delle produzioni letterarie di questi nostri paesi, noi non ignoriamo però ciò che si pubblica fuori di essi, in onor dell'Italia e in vero prò delle scienze, SERMONE RECITATO AL POPOLO DAL REVERENDISSIMO D. Giuseppe LazzARI IL Dì 9 DI DICEMBRE 1824 NEL SUO SOLENNE INGRESSO ALLA PARROCCHIA DI S. LUCA EVANGELISTA - Venezia, dalla tip, Molinari 1824 in &. Questa sermone, ricco di molti pregi, che sappiamo essere stato ascoltato con molta commozione, e aver prodotto forte effetto in tutti que' che l'udirono, ben meritava d'es, ser conservato colle stampe e diffuso. Manifesta in esso il povello sacro Pastore le disposizioni del suo animo, e gli af fetti, da' quali era in quel giorno compreso, e conferma la comun opinione esser egli valente sacro oratore, come valente poeta le mostrano varie sue produzioni, e tra l'altre la felice versione del poema de partu Virginiş da qualche anno pubblicata. Abbiamo già altrove ricordato come la sua elezione sia stata celebrata da' suoi amici con prose e versi (vedi facc. 48). GEROSOLIMA PRESA DA TITO, E IL SALICE PIANGENTE ELEGIE ITALIANE TRADOTTE IN VERSI LATINI - Treviso, 1825 per Giulia Trento e figli. L'elegie italiane furono altra volta dettate dal rag guardevole monsig. Monico vescovo di Ceneda; ed avean già veduto la luce; la prima nella raccolta che gli Acca demici Filoglotti di Castelfranco hanno pbbblicato per l'ingresso del sullodato Monsignore; fu l'altra stampata nel XII. quaderno di questo giornale. Ora compariscono queste elegie in leggiadra veste latina mercè lo studio di due valenti scrittori, il primo de' quali è il sig. ab. Angelo Michelotto parroco di Fossò, il secondo il sig. ab. Fransco Filippi prof. nel ginnasio di Legnago; e furono date in Juce dall' ab. G. Monico arciprete di Postioma per festeggiare l'elezione di due novelli canonici di Treviso, monsig. Sebastiano Soldati primicerio, e monsig. Lorenzo Crico. Noi non faremo confronti tra l'originale, e le tradu zioni; e molto meno tra le traduzioni stesse; del primo traduttore basti il dire che fu allievo e poi maestro del Seminario di Padova; del secondo vi sono tali saggi anche nel nostro giornale ch'è affatto inutile spender parole in dargli laude. Solo aggiungeremo ch'essendosi servito l'editore per la seconda elegia d'un mss. non autografo, corsero alcune varianti, che or possiamo rettificare. Alla facc. 14 vers. 5 dice: Fac Solimae a notis clarescat terra triumphis, e dee dire: Fac Solimaea novis succrescat terra triumphis ; fac. 15 vers. 2 deve leggersi exeruisse caput in luogo di asseruisse, e ivi vers. 7 l'autore aveva detto: requiescam carmina musae in vece di requies ant carmina musae. Alla faccia poi 14 vers. 19 quell' Exultat, che toglie il senso e altera la misura del verso, è errore di stampa, non v'ha lettore che non lo conosca, e non legga Exulat. NELLA FAUSTISSIMA PROMOZIONE A CANONICO DELLA CATTEDRALE TRIVÍGIANA DI MONSIG. D. LORENZO CRICO ERA ARCIPRETE DI FOSSALUNGA - In Treviso per Giulio Trento e figli. L'ab. don Antonio Gardin arciprete di Brusaporco nhito co' rispettosi vincoli d' ingenua amicizia e giusta stima al novello canonico manifesta la sua esultazione per l'ingresso di lui a si cospicua dignità con queste sestine intitolate La risurrezione del Signore. Il sig. arciprete Gardin è già noto e per una traduzione de' salmi peniten ziali e per altre produzioni, che fanno ampla fede del suo buon gustó, e dell'amore che pone all' amene lettere e alle sacre discipline, nelle quali sente molto avanti. ALL' ECCELLENTE ORATORE SIG. DON FRANCESCO ADOBATI DE BERGAMO CHE PREDICO' IN BASSANO LA QUARESIMA 1825. SONETTO DI JACOPO VITTORELLI. Dopo molto esser visso io non credeva Udirti più, nè più baciarti in fronte (1), Dall' umil cameretta al sacro monte, Centesim' anno, e a triplicare il sorso (1) L'illustre giovane avera qui date chiarissime prove del suo valors Maltra occasione. 7 |